Tokyo monogatari (Viaggio a Tokyo)

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CATEGORIA FILM
Ancora oggi il più famoso film di Ozu – che celebra quest’anno il settantennale dell’uscita –, estremamente raffinato sul piano visuale, è la cronaca venata di amarezza del viaggio di un’anziana coppia che per la prima volta fa visita ai figli sposati nella metropoli. Nonostante tutte le dichiarazioni d’affetto, i figli non hanno tempo né troppa voglia di occuparsi dei due anziani; solo la nuora, moglie di un terzo figlio disperso in guerra, sarà veramente vicina a loro.
A questo punto della sua carriera, scriveva Donald Richie: «Lo stile di Ozu, ora sommamente raffinato, al limite della frugalità, plasma un film indimenticabile perché è così giusto, così vero e anche perché esige così tanto dal suo pubblico. Nelle pellicole di Ozu, le elusioni di ogni tipo sono rare, ma qui non ce ne sono affatto. Due generazioni, una storia semplice che permette a tutti i personaggi di scambiarsi i ruoli, la vivida rappresentazione di una piena estate e la semplicità ingannevole dello stile del film – tutto questo si combina per creare un’immagine così giapponese e allo stesso tempo così personale, e quindi così universale nel suo fascino, da diventare un capolavoro». Wim Wenders ha celebrato in particolare quest’opera nel suo Tokyo-Ga.
REGIA

Nato a Tokyo nel 1903, e ritenuto con Kenji Mizoguchi e Akira Kurosawa uno dei più importanti registi del cinema giapponese, Yasujirō Ozu ne ha segnato con la sua opera le tappe principali, dagli anni del muto a quelli del colore, arrivando sino alle soglie della modernità. La sua grande influenza sul cinema contemporaneo è stata, fra l’altro, attestata dagli omaggi che al suo lavoro hanno attribuito cineasti come Wim Wenders e Hou Hsiao-hsien. Progressivamente il cinema di Ozu venne a focalizzarsi intorno a un unico e grande tema, quello della famiglia, con particolare attenzione al rapporto tra genitori e figli. Estraneo a un approccio di tipo sociologico, il regista fece soprattutto dei sentimenti materni, paterni e filiali l’oggetto d’attenzione principale dei suoi film, riuscendo a dar loro una connotazione che, liberatasi da ogni particolarismo, rende conto della loro universalità. Ed è per questo che, pur essendo le sue storie ancorate ai costumi e alle tradizioni del suo Paese (in patria è ancora oggi ritenuto “il più giapponese dei registi giapponesi”), i suoi film riescono davvero a parlare a tutti, coinvolgendo gli spettatori delle culture più diverse.


