Teresa la ladra

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CATEGORIA FILM
Teresa Numa, nata ad Anzio in una famiglia numerosa, si trova costretta ad abbandonare la casa paterna e a cercare lavoro. Dopo aver cambiato dieci posti in sette anni, finisce per fare la sguattera a casa del capostazione, il cavalier Nardecchia, a Campo di Carne. Qui dà alla luce un figlio, ma riesce a sposare Sisto, padre del pargolo, solo diversi anni dopo. Poiché il marito, convinto fascista, muore nel corso dello sbarco degli Alleati in Sicilia, Teresa si trasferisce momentaneamente a Roma, dove incomincia a vivere di espedienti ed entra in un giro di ladruncoli. Finita in prigione nell’imminenza della Liberazione, quando ne esce tenta inutilmente la fortuna a Livorno, a Genova e a Milano. Tornata di nuovo a Roma, finisce prima in carcere e poi addirittura in manicomio e si lega prima a Tonino Santità, autista di un ministro, e poi al ladruncolo Ercoletto. Dimessa dal manicomio criminale, torna ad Anzio per riassaporare un po’ di illusoria felicità nei campi fioriti che la videro bambina.
REGIA

Direttore della fotografia e regista. Esordisce a diciassette anni come assistente operatore in Ossessione (1943) di Luchino Visconti. A vent’anni copre lo stesso ruolo in Roma città aperta di Rossellini. Negli anni Sessanta diventa direttore della fotografia e firma numerose pellicole di successo, come Divorzio all’italiana di Pietro Germi (1962), L’armata Brancaleone di Monicelli (1966). È noto per la collaborazione con autori come Michelangelo Antonioni – con il quale ha lavorato per il suo primo film a colori Deserto rosso (1964), e poi per Blow up (1966) e Identificazione di una donna (1982) – Bernardo Bertolucci (La tragedia di un uomo ridicolo, 1981) e Roberto Benigni (Il mostro, 1999). Nel 1986 con Hannah e le sue sorelle inizia una collaborazione con Woody Allen, con cui stabilisce un sodalizio artistico che durerà per dieci film girati in undici anni tra cui, l’anno successivo Radio Days, fino ad Harry a pezzi (1997). Oltre che come autore della fotografia, fra il 1972 e il 1984 Di Palma si cimenta anche nella regia di quattro film, di cui tre con Monica Vitti, a lungo sua compagna di vita. A partire dal 2002, si dedica all’illuminazione di concerti sinfonici. Muore nella sua casa di Roma a settantanove anni dopo una lunga malattia.

