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CATEGORIA FILM
Un uomo violenta e uccide una donna. Lui è più piccolo, tracanna Coca Cola ed è all’apparenza gentile e premuroso, si chiama Christophe. Lei è più grande, è separata in casa con due figli, “ama il sesso ma si detesta”, si chiama Frédérique.
Catherine Breillat percorre la storia d’amore e di odio di due persone, rendendo immediatamente lo spettatore cosciente di come andrà a finire. Analitico, algido, violento, il film rivela le cricche di un rapporto con una schiettezza disarmante. Christophe e Frédérique parlano, si baciano, fanno l’amore, si disperano, litigano, si ingelosiscono, e così le fratture si allargano e il loro mondo crolla pezzo per pezzo. Intanto la macchina da presa attenta della regista li assedia, orbita intorno a loro, quasi impaziente nel ricordare a loro (e a noi) lo scioccante epilogo, quasi come in una giostra fatalista.
REGIA

Regista, sceneggiatrice, scrittrice, attrice, è una delle voci più originali e coraggiose del cinema francese contemporaneo. Originaria di Breissuire, nella Nuova Aquitania francese, ha firmato il suo primo romanzo nel 1968, all’età di 17 anni: L’homme facile. Dopo alcune apparizioni in film come Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci, e mentre collaborava, fra sceneggiature e montaggi, con nomi come Liliana Cavani, Federico Fellini, Marco Bellocchio e Maurice Pialat, ha esordito alla regia con Une vrai jeune fille (1976), che adattava il suo quarto romanzo, Le soupirail. Dopo Tapage nocturne (1979) e 36 fillette (1988), appare chiaro l’interesse della regista per il tema dell’esplorazione della sessualità e del rapporto fra le generazioni. A riconferma di ciò ci sono i film successivi, tra cui Romance (1999), À ma soeur (2000) e Anatomie de l’enfer (2003), titoli presentati (e premiati) in festival come Rotterdam, Edimburgo, Berlino e Cannes. I suoi film hanno visto la presenza di attrici importanti come Isabelle Huppert, Asia Argento, Yolande Moureau e Amira Casar. Nel 2012 il regista Luc Moullet le dedica un documentario, Catherine Breillat, la première fois. Più volte candidata alla Palma d’Oro a Cannes (con Une vielle maîtresse nel 2007 e L’été dernier nel 2023), ha presieduto la giuria di Locarno nel 2019.



